Friday 31 January 2014

round life

Quando quell'artista afro-indiano di Mossel Bay voleva vendermi un suo dipinto con palme e casette rotonde, l'aveva capito subito che mi incuriosivano. 'Sono tipicamente africane!', aveva detto. E mentalmente cercavo un ricordo da qualche parte nella mia testa, ma niente. Di case rotonde non ne avevo ancora vista una. 'Dove si possono vedere?' gli avevo chiesto, e lui esultante 'QUI...dappertutto!'

I rondavels non si trovano proprio dappertutto, ma in Sud Africa è stato da Mossel Bay in poi che il paesaggio ha cominciato a colorarsi con la loro fiera presenza. Se ne trovano di diverse versioni, semplici o decoratissimi, monocolore o estremamente colorati - senza escludere rosa-shocking e verde acqua. Le colline della provincia del Capo Orientale e di quella di Kuazulu-Natal sono una meraviglia con i loro rondavels. La domanda che mi girava in testa era banale ma sincera: perchè una casa rotonda? Mi è stato detto perchè tutto ruota intorno a un centro, e tutti contribuiscono all'unità di quel centro, di quella famiglia, ancor prima di occuparsi di se stessi. E' in cerchio che la comunità si riunisce. Romantica come risposta, ma potrebbe essere anche per semplice praticità...nessun angolo da appuntire. Ora, a dire il vero, la mia ingenua meraviglia di fronte al rondavel deriva anche dal fatto che mi mancano le versioni nostrane. I trulli della Puglia, bianchi e unici nel loro stile (addirittura patrimonio dell'Unesco), mai visti. E l'irlandese/scozzese crannog nel bel mezzo del lago? Questo sì che è da vedere!

☻▬▬☻▬▬ ☻ ▬▬☻▬▬☻

When a certain African-Indian artist wanted to sell me one of his paintings with palms and round houses, he sensed immeditaly my interest in those round houses. 'They are very African!', he said. But as much as I tried I could not remember to have seen any round house yet. 'Where can I see them?', I asked, and he joyfully replied 'HIER....everywhere'. 

The rondavels are not exactly everywhere in South Africa, but after passing the city of Mossel Bay they started to dot the landscape with their colourful presence. Each owner gives a special touch to his rondavels and indeed they can seen in many variations. Simple or superdecorated, monocolour or brightly coloured, including shocking pink or watergreen. The rondavels make the pretty hills of the Easter Cape and Kuazulu-Natal even prettier. But the banal yet sincere question I had in mind was, why would a house be round? I've been told they're circular as the community comes together in a circle, and everyone contributes to the centre and not for themselves. A romanticized answer perhaps, but I take it as it is and add that perhaps is just a matter of practicality. Isn't it practical to build a house having no corners to sharpen? To tell the truth, my wonder of the rondavels comes also from the fact of missing our version of round houses. The famous trulli in Apulia region, white and unique in their style to constitute even a Unesco heritage site, I have never seen them. And what about the Irish/Scottish crannog in the middle of a lake? They must be worth a visit!



Monday 27 January 2014

what would you name a new town?


Let's say you have a reason to venture to a new far away place, being it escaping religious persecution, cheasing your fortune, looking for gold or simply a new beginnnig. Let's also say that this future new place is mostly inhabited and deserted, and that you get to pick a name for the town you will found and settle in. Very well. What would you then name it? If you find a quite place down the valley where its only inhabitants are basically ostriches... would you name your town 'Tranquillity town'? or 'Town of the ostriches'? or simply 'Well found town'? or maybe 'Town of Hope' as you wish for the best?

I bet this is exactly how it went for some of the early settlers in South Africa. For 5000 km, wherever we were going we would encounter names such as these: Riviersonderend (river without end), Welgevonden (well found), Gelukwaarts (towards luck), Eendekuil (ditch of the ducks), De Rust (tranquillity), Vondeling (foundling), Opsoek (research), De Hoop (hope), or Lategansvlei (swamp of the late goose)... Neeless to say that these places have triggered our imagination and gave us an amusing time on the road!

▬▬▬▬▬▬ ☺ ▬▬▬▬▬▬

Mettiamo il caso che abbiate una ragione per avventurarvi verso un luogo nuovo e lontano, una ragione qualsiasi come sfuggire alle persecuzioni religiose, inseguire la vostra fortuna, andare a caccia dell'oro o semplicemente di un nuovo inizio. Mettiamo anche che questo posto nuovo e lontano consista per lo più di terre deserte e inabitate e che spetti a voi scegliere il nome della città che fonderete in cui alla fine vi stabilirete. Bene. Che nome dareste alla vostra città? Se trovaste un posticino tranquillo giù per la valle i cui soli abitanti sono gli struzzi, optereste per 'Tranquillità', o per 'Città degli Struzzi'? o semplicemente per 'Ben-trovato'? o forse per 'Speranza' in segno di buon auspicio?

Scommetto che è andata così per i primi coloni in Sud Africa. Per 5000 km, ovunque andassimo, abbiamo incontrato posti del genere: Riviersonderend (fiume senza fine), Welgevonden (ben trovato), Gelukwaarts (verso la fortuna), Eendekuil (canale delle papere), De Rust (tranquillità), Vondeling (trovatello), Opsoek (ricerca), De Hoop (speranza), or Lategansvlei (palude della tarda oca). Inutile dire che nomi come questi hanno scatenato la nostra immaginazione e hanno fatto sì che tempo e kilometri passassero più velocemente!

Saturday 25 January 2014

Ronnies Sex Shop


We were leaving Montagu, an adorable town located on the scenic Route 62, when our host stopped us to say that on our way we really had to stop at Ronnies Sex Shop. 'What? Where? To do what?'. He insisted that this place had nothing to do with what its name suggested, but when we enquired about its location he replied, broadly, that it was on the way. And so we left directed to Outshoorn, keeping in mind his suggestion and being aware that appearances are too often deceving. Driving through the little Karoo, we were so busy taking pictures of both the landscape and funny city names, that we almost missed this mysterious Sex Shop, but all of a sudden we saw a simple, roofless, white house with a red writing on one of the outer walls. It said clearly Ronnies Sex Shop. The moment we parked the car we realized what it was all about: EATING BURGERS! What an agreeable surprise!

Delicious, juicy burgers are served at this road kill cafè, together with a cold beer, or a coke, or a rooibos tea - to one's liking. The view of the mountains makes the half deserted surrounding more enjoyable. The interiors are pricelessly decorated with bras and underwear improvising a sort of sex shop ambience. Ronnie sits quietly at the bar, with the look of a motorcyclist who found his oasis in the middle of the desert and never left it. He keeps his peaceful smile on also when people ask him that one question that everybody asks: where does the name come from? I cannot say if he likes to change his story every now and then, but this is my answer: the shop was orginally named Ronnie se shop, which in Afrikaans simply means Ronnie's shop, in other words the shop of Ronnie! How easy was that? But later on, some of his English friends, certainly endowed of an amusing humour, added an X to it, and the name became Ronnie SeX Shop. Needless to say that from that moment onwards more people started to stop at his cafè out of curiosity! And I can humbly say that it is still worth a stop.

☺ ☺ ☺ ▬▬▬▬▬ ☺ ☺ ☺

Stavamo per andar via da Montagu, un adorabile paesino situato lungo la panoramica Route 62, quando il nostro amico ci dice che lungo il percorso dobbiamo assolutamente fermarci al Ronnies Sex Shop. 'Come? Dove? A fare cosa?'. Lui insiste che questo famigerato posto non ha niente a che vedere con quanto suggerito dal nome, ma quando gli chiediamo indicazioni dice semplicemente che sta sulla via. Così ci mettiamo su strada verso Outshoorn, ricordandoci del suo consiglio e del fatto che le apparenze sono spesso ingannevoli. Impegnati com'eravamo a far foto di panorami e segnali con divertenti nomi di città, a momenti guidiamo oltre il fantomatico Sex shop, ma facciamo in tempo a vedere una semplice casa bianca e senza tetto con una chiara scritta in rosso. Diceva proprio Ronnies Sex Shop. Tempo tecnico di parcheggiare la macchina e ci rendiamo conto di che cosa si tratta: di mangiare HAMBURGER! Che gradita sorpresa!

Questo ristorantino al bordo della strada serve deliziosi e succulenti hamburger insieme a una birra fredda, o coca-cola, o tè rooibos, a piacimento. La vista delle montagne impreziosisce i dintorni semi-deserti. Gli interni del bistro sono impagabilmente decorati con reggiseni e mutandine, improvvisando una certa atmosfera da sex shop. Ronnie è seduto lì tranquillo, con l'aria di un motociclista che ha trovato la sua oasi nel deserto senza più andarsene. Ha questo sorriso pacifico anche quando la gente gli pone la domanda che tutti gli chiedono: perché questo nome, da dove potrà mai venire? Non so dire se si diverte a cambiare risposta ogni tanto, ma la mia risposta è questa: il suo negozio era chiamato in origine Ronnie se shop, che in Afrikaans vuol dire semplicemente 'negozio di Ronnie'. Facile, no? Ma un giorno alcuni suoi amici inglesi gli hanno aggiunto una X e il nome si è così trasformato in Ronnie SeX Shop! Immagino che non occorra raccontare come mai da quel momento in poi il numero di clienti aumenta, e sempre più avventurieri sulla Route 62 vi si fermano incuriositi. E posso dire che ancora oggi vale proprio la pena fermarsi!


Friday 24 January 2014

the tallest building in Africa

Glimpse of JOburg
Johannesburg! 
Economic capital of Africa,
capital of Gauteng province - aptly meaning 'place of gold',
setting of Kumalo's quest for his son in Cry, the beloved country,
and city with most skyscrapers on the continent.

It's here where the tallest building in Africa can be found: the Carlton Centre, 50 floors. 

▬▬ ☺ ▬ ☺ ▬ ☺ ▬ ☺ ▬▬

Johannesburg! 
Capitale economica dell'Africa, 
capitale della provincia di Gauteng che significa non a caso 'luogo dell'oro',
città in cui Kumalo cerca incessantemente il figlio nel libro Cry, the beloved country,
e città con più grattacieli in tutto il continente. 

E' qui che si trova l'edificio più alto dell'Africa. Il primato va al Carlton Centre, con 50 piani.

Thursday 23 January 2014

what's in a street name?

Map of Cape Town  city bowl
Apro la mappa di Città del Capo e ho un attimo di perplessità... in quale cittadina olandese o fiamminga mi trovo? C'è una strandstraat (via della spiaggia), una loopstraat (via del corso), e persino buitengracht street (via del canale esterno), tutti nomi composti con parole olandesi. Ad essere ancora più curioso è che su strandstraat non c'è proprio nessuna spiaggia, così come nessun canale sta nelle vicinanze di buitengracht street. Provo ad immaginarmi la Città del Capo di una volta, quando il primo nucleo di coloni europei fu fondato da Jan van Riebeeck. Il panorama della 'città' consisteva allora in una fortezza, qualche casa e al massimo una chiesa riformata olandese. Trecentosessantadue anni fa, la preoccupazione iniziale di Jan van Riebeeck fu quella di creare uno scalo di rifornimento per la VOC (la Compagnia delle Indie Orientali) sulla via delle Indie. Così, la sua fortificazione, il Kasteel die Goeie Hoop (Castello di Buona Speranza), fu costruita in riva al mare, in linea con strandstraat, il più vicino possibile al punto in cui approdavano le sue navi. Oggi, invece, per via dei lavori di recupero della terra, il forte non si trova più in riva al mare, ma vicino la stazione dei treni e circa dieci vie di distanza dall'oceano. 

▬▬ ☺ ▬▬ ☺ ▬▬

The Castle of Good Hope located on the coastline, 1710 (?)
As I open the map of Cape Town I look at it in puzzlement. In which Dutch or Flemish town am I? Strandstraat, loopstraat or buitengracht street, to name a few, have all Dutch words in their name, but I am even more intrigued as there is no beach along strandstraat and there is definitely no canal around buitengracht. I try to imagine Cape Town 'as it once was' when the original European settlement was established by Jan van Riebeeck. Back then, the landscape of the 'city' consisted of a star fort, a few houses and maybe a Dutch reformed church. After all, three hundred sixty two years ago the intention of Jan van Riebeeck was to provide the VOC with a replenishment station on its way to the Indies. Its star fort, called Castle of Good Hope (they were really full of hope and void of imagination), was then built on the coast, in line with strandstraat, beach street, to be close to where the ships would arrive. Today, following the land reclamation of the past decades, the fort is inland, near the train station and far from the ocean.

Wednesday 22 January 2014

urban South Africa

found @ District Six Museum
Sono Johannesburg, Durban e Città del Capo,
Sono Langa, Chatsworth e Bonteheuvel.
Sono discussione, disputa e dibattito.
Non distinguo le fronde delle palme e le notti che risuonano di pulsazioni primitive.
Sono bus, treni e taxi.
Sono pregiudizio, bigotteria e discriminazione.
Sono il Sud Africa urbano.

Richard Rive,
Museo District Six, Città del Capo

Sunday 19 January 2014

encounters - incontri

Questi sono incontri abbastanza fuori dal comune, a parte capre e mucche per strada. Si tratta per esempio della zebra che attraversa la strada (sulle strisce?), della scimmia che ruba le patatine da sopra al tavolo, dello struzzo in spiaggia, della cheetah che ci impaurisce guardandoci dritto negli occhi...e il babbuino che riposava ai piedi di un albero e che poi in realtà era una pietra. A onor del vero la nostra guida al Parco Imfolosi ce l'aveva detto: "abbiamo tanti animali qui. Abbiamo anche animali che sembrano pietre e pietre che sembrano animali". Impagabile!
▬▬▬▬ ▬▬▬ ▬▬▬▬
These are exceptional encounters, aside of goats and cows on the road. Encounters such as the zebra crossing (the road), the monkey stealing our chips from on the table, the ostrich on the beach, the cheetah moving gentle looking straight in our eyes...and the baboon resting at the bottom of a tree which turned out to be a stone. After all, as our guide at the Imfolozi Park put it: "We have many animals here. We also have animals that look like rocks and rocks that look like animals". Priceless!


does he need introductions?
ostrich by the beach
baby ostriches
elephants, kindly showing their back
guilty monkey!
the yellow-something bird
the red bishop impressing the ladies
cheetah
zebra crossing
white rhinocero after mud bath
the prettiest of all
Pumba!
zebras' best friend, the gnu
Kunu, king of that hill
bugs rolling and recycling dung
last but not least, the baboon that looked like a stone...

Thursday 16 January 2014

then, the distances

A smous with his horse cart
Cape Namibia Route
leaving Franschoek's valley behind us
driving through the Wild Coast at dusk
Dopo il vento, sono state le distanze a lasciare il segno. Il Sud Africa ha un'area totale di 1.221.037 km2, cioè circa quattro volte l'Italia e quaranta volte il Belgio. Si capisce quindi l'essenzialità dei primi smous, circa due secoli fa. Gli smous erano venditori ambulanti, nella maggior parte dei casi immigrati dell'Europa orientale arrivati in Sud Africa con tanta speranza ma neanche un centesimo. Per guadagnarsi da vivere correvano con i loro carri e cavalli su e giù per quelle immense terre portando beni di prima necessità e qualche oggetto ricercato a chi viveva in zone lontane e isolate, per lo più contadini. A volte gli smous rappresentavano il loro unico collegamento con il mondo, centinaia di kilometri lontano da tutto.
Noi siamo sopravvissuti per 5000 incredibili km. Abbiamo percorso una parte della Cape-Namibia Route verso il nord, parte della Wild Coast e della Maloti Route, delle terre del vino, la Garden Route, la straordinaria R62 attraverso il piccolo Karoo e perfino la terribile R36 le cui buche sono grandi quanto una vasca da bagno... A ogni collina, un paesaggio diverso, un incontro diverso (capre, mucche, babbuini o un pavone!) e una certezza: a quest'ora avremmo fatto Bruxelles-Palermo e ritorno! Consideriamolo un allenamento.
▬▬▬▬ ☺ ▬▬▬ ☺ ▬▬▬▬

Then, it was the distances to make a big impression. South Africa has a total surface of 1.221.037 km2, roughly four times the size of Italy and fourty times that of Belgium. It's clear then how essential was the work of the early smous, the peddlers, about two hundred years ago. They were mostly migrants from Eastern Europe, who came to South Africa hopeful but penniless, and began earning a living as itinerant pedlars, providing those farmers living in the most remote districts with necessities and small luxuries. Sometimes they were their only link to the outside world, reaching places that were hundreds of kilometers apart.
On our side, we survived to 5000 incredible km. We drove a part of the Cape-Namibia Route, of the Wild Coast and the Maloti Route, the winelands, the Garden Route, the stunning R62 through the little Karoo, and we even survived the terrible R36 which potholes make it a death trap or a bathtub as well. Just beyond the hill, a different landscape was awaiting us, and cows, goats, baboons or pavos too. For sure at that pace we could have driven from Brussels to Palermo and back! Let's consider it training.


Wednesday 15 January 2014

First, the wind

Table Mountain with the classic table cloth hoovering on top of it
View of Camps Bay (beach) and Lion's Head (on the right) from top of Table Mountain
The twelve apostoles, Camps Bay
Cape peninsula panorama
Cape peninsula panorama
Cape of Good Hope and Dias beach
St. James beach, Cape peninsula
Wind.
Quando Kapuściński arrivò in Africa nel 1957 per la prima volta, all'atterrare in Ghana fu colpito da quanta luce c'era: "La prima cosa che colpisce è la luce. Luce dappertutto, forte, intensa. Sole dappertutto". La mia prima volta in Africa è stata in Sud Africa (non conto la Tunisia circa nove anni fa) e non è stato il sole a colpirmi di più per prima cosa. E' stato, invece, il vento. Un vento incredibile, implacabile, veemente e furioso, il famoso vento di sud-est che in estate alza le gonne alle donzelle e mette 'la tovaglia' su Table Moutain, la montagna-tavolo. Ironicamente, la sua versione invernale, il vento del nord-ovest, è ancora più inclemente e potenzialmente distruttivo. Venti che hanno valso a Capo di Buona Speranza il nome di Cape of Storms, capo delle tempeste. Immaginate i primi esploratori in cerca di una via sotto l'Africa, nel momento in cui raggiungono la drammatica fine del continente africano. Trovano una punta marcata da venti impetuosi, forti correnti, cime tempestose a strapiombo sull'oceano...Immaginate i naufragi, gli affondamenti e i fallimenti lungo quell'agognata via per le Indie. E immaginatevi anche il turista di oggi, al vento!
▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬
When Kapuściński first arrived on African soil in 1957, as he landed in Ghana he was struck by the sun. "Light everywhere. Brightness everywhere. Everywhere, the sun"My first time in Africa was in South Africa (I don't count Tunisia back in 2005) and I have to confess that it was not the sun what struck me the most. It was, instead, the wind. A relentless, raging wind, the famous south-easter that blows in Cape Town during summer time, lifting girls' skirts and putting the typical table cloth on Table Mountain. Ironically, the winter version, the infamous north-west wind, is even worse. No wonder Cape of Good Hope was initially named Cape of Storms by B. Dias. Imagine the first explorers, seeking a route to India and reaching Cape Point after months of sailing. The legendary end of the African continent is marked by furious winds, strong currents, wuthering heights in sheer drop over the ocean...Imagine the shipwrecks, the sinkings, and the failures along that longed sea route to India. And now imagine the tourist today, in the wind!

Translate