As I make myself a rooibos tea -this morning is almond and cream flavour- my mind goes back to that day we drove 500 km on the Cape-Namibia Route to visit the unique world region where rooibos tea is produced. Many have tried in vain to master its cultivation. However, the rooibos plant, known as fynbos, remains a prerogative of the Cederberg mountains, to which is indigenous. Here, the secrets of this red bush (rooi+bos) are preserved and cherished in a recipe of wilderness, rocky peaks, sandy ground, uncontaminated mountain streams, and clean air. These elements make for a refreshing bevarage of a pleasing red colour, a bitterless taste and many beneficial soothing properties. My favourite? Pure rooibos tea, a lemon drop, and a hint of thyme honey: oh the joy.
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Mentre mi preparo un tè al rooibos –gusto di mandorle e crema per stamattina- la mia mente ritorna a quel giorno in cui abbiamo guidato per 500 km lungo la Cape-Namibia per visitare una regione unica al mondo, la sola dove il rooibos viene prodotto. In tanti hanno provato invano a padroneggiarne la coltivazione, ma la pianta del rooibos, nota come fynbos, resta una prerogativa della catena montuosa del Cederberg di cui è indigena. In questa regione, i segreti del famoso arbusto rosso (da qui il nome rooi+bos) sono custoditi e salvaguardati in una ricetta di selvaggia bellezza, di cime rocciose, terra sabbiosa, fiumi incontaminati e aria pura. Sono questi gli elementi che nel tempo hanno assicurato una bevanda dissetante dal piacevole colore rosso, per niente amara e dalla numerose proprietà calmanti. Il mio preferito? Rooibos naturale, una goccia di limone e un cucchiaino di miele al timo.
Ma in qualità di fan del rooibos di lunga data, è stato
il gusto di altre delizie a definire i nostri giorni Sudafricani. È stato il
gusto di una rinfrescante bottiglia ghiacciata di Savanna Dry di sera, una
birra lager Windhoek, una Carling Black Label o la deliziosa Castle Milk Stout
con il suo sorprendente sapore di latte appena accennato. Le nostre mattine
hanno avuto il sapore di gustose uova strapazzate quando potevamo scegliere,
altrimenti quello di confortanti uova sode se bisognava mettersi su strada al
mattino presto. L’incertezza dei primissimi giorni sapeva di esperimenti
quali pizza con avocado e appiccicosa braai pap. Le nostre infinite camminate e
le scoperte a Città del Capo e dintorni avevano il gusto di gratificanti pasteis
de nata d’ispirazione portoghese, mentre le nostre scoperte culinarie più
estreme non potevano che sapere di gommosa carne di coccodrillo o della più
magra ma decisa carne di struzzo. La ventosa Knysna aveva il sapore di ostriche al
limone, ma l’arido piccolo Karoo il sapore dell’agnello cotto lentamente...fa
venire l’acquolina in bocca solo a pensarci! Il gusto dei succulenti
koeksisters ripieni di miele ha accompagnato le nostre guidate per i paesaggi
più aridi. La sobrietà del nostro Natale ha avuto il gusto di sapori già noti, come di
orzo, pomodori, formaggio e ananas. Durban sapeva distintamente di curry vari,
mentre a diventar tipico delle cene con amici è stato quel deciso sapore di
mango-chutney. Per non dimenticare poi della seducente accoppiata vino&cioccolato, marchio del nostro passaggio per le terre del vino. In lungo e in largo, il nostro viaggio su strada ha conservato
il sapore dell’immancabile biltong, carne essiccata, marinata e speziata alla
maniera afrikaner che convenientemente era reperibile ovunque andassimo. E
infine, per tutte quelle volte di cui non ho ricordo, l’odore e il sapore del
braai, quintessenza del Sud Africa al di là di ogni colore e religione, resta invece indimenticabile.
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